Volontari per essere umani: la gratificazione oltre il sé

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Cosa vuol dire fare volontariato? Che significa essere un volontario? 

Queste due espressioni indicano la stessa cosa, in maniera però intrinsecamente differente. Io non sono mai stata una volontaria, non mi sono mai sentita tale. Ma ho sempre desiderato farlo, o meglio, pensavo di farlo nel mio piccolo. Oggi, che grazie a Lapaginabianca.docx ho l'opportunità di essere una volontaria davvero, facendo la differenza, vorrei ascoltare l'esperienza di chi ha maturato diversi anni in questo settore, facendo del bene per il prossimo e per il mondo.

Cinque volontari di diverse associazioni hanno risposto alla domanda:

“Cosa ti ha spinto, quel giorno, a fare volontariato, cosa significa e cosa è cambiato in te quando sei diventat* volontari*?”.

Dalle loro parole è nata una riflessione sul concetto di volontariato, che va oltre il semplice aiutare il prossimo. L’aiuto attivo, infatti, conduce al mutamento del proprio essere e del  proprio approccio con la società circostante. In poche parole, essere un volontario ti plasma nella versione migliore di te stesso.

Martina Pappalardo e Giuseppe Scuderi - Fraternita Misericordia di Misterbianco (CT)

M: «Fare volontariato significa essere presenti per il prossimo in tutte le avversità, usando il cuore. Per me essere volontaria è una gioia immensa, perché so di star facendo del bene in silenzio. La cosa più bella è il sorriso di chi ha bisogno».

G: «La mia esperienza di volontariato, che porto avanti tutt’ora, è nata un po’ per caso e mi ha in un certo senso “cambiato”. Ha modificato il mio modo di pensare riguardo situazioni delicate, per esempio. Il cambiamento è avvenuto anche nelle mie emozioni: quando incontro lungo il mio percorso una persona debole e/o in fase terminale, adesso riesco a reagire, non facendo trasparire le emozioni forti che provo ma trasmettendole, invece, un attimo di felicità. Quando ci si occupa di qualcuno, delle volte è possibile allontanarlo dai suoi problemi, magari anche solo per un attimo. Per me essere volontario significa donare senza ricevere qualcosa di materiale in cambio. Eppure quello che ti viene donato vale molto di più: un sorriso, per esempio, o una lacrima di felicità, un ringraziamento. Questi sono i doni preziosi che riempiono il cuore del volontario, ed è proprio il mettersi al servizio di chi ha bisogno che mi fa stare bene».

Michele Denora - Amnesty International (Altamura):

«Sono sempre stato un ragazzo che vede il bene negli altri e nelle cose che fa. “Fare, per fare del bene”, è un po' questo il mantra della mia vita: per questo ho iniziato a fare volontariato. Essere volontario significa mettersi a disposizione non guardando ai mezzi e ai fini, ma all'essenza delle persone. Stare con gli altri, essere a contatto, supportarli, dare il proprio contribuito: è un valore aggiunto per le nostre vite, che ci impedisce di diventare monotoni e pesanti, spingendoci a cavalcare sempre l’onda del nuovo. Le associazioni di cui faccio parte (Amnesty International per l'attivismo a tutela dei diritti umani; Vento in Movimento Ets come promotrice di attività socio-culturali; APS LiberFestival, che ha lo scopo di realizzare un festival letterario per la città, da ormai sette anni) o i vari eventi in cui mi sono impegnato in questi anni, mi hanno insegnato che spendersi per un obiettivo, che non riguardi per forza se stessi, porta moltissime gratificazioni».

Martina Tabbacco – Croce Rossa, Comitato di Mascalucia (CT)

«Ho da sempre ben impressa una frase che ha detto il mio primo punto di riferimento, Giorgia, quando mi stavo approcciando a diventare una volontaria della Croce Rossa: 

“Pensiamo tutti che il volontariato sia qualcosa che serva ad aiutare il prossimo e lo è, senza ombra di dubbio, ma vi accorgerete ben presto di quanto sia un’azione puramente egoistica”.

Era la prima riunione che facevo da aspirante volontaria e, in un primo momento, ho pensato quanto questo pensiero fosse distante dal mio modo di vedere le cose: volevo diventare parte integrante della Croce Rossa per “sentirmi utile” e dedicarmi, sia mentalmente che fisicamente, a qualcosa che si discostasse completamente da me stessa, dato che stavo passando un brutto periodo.

Sono una volontaria della Croce Rossa da più di due anni adesso e sono da poco diventata vice delegata dell’area sociale del Comitato di Mascalucia — il mio comitato di appartenenza —, e proprio in questi ultimi mesi rifletto spesso sul fatto che “essere volontaria” fa ormai parte di me, di Martina e della mia quotidianità. Pensare alle attività che bisogna svolgere e partecipare attivamente ad esse crea una sorta di “dipendenza” nella mente del volontario che ha voglia di spendersi in prima persona ogni giorno, secondo i sette principi di Croce Rossa, per alleviare le sofferenze del prossimo e portare un po’ di spensieratezza nella sua vita. Quindi, per me, “essere volontario” è proprio questo: un circuito chiuso. Un forte spirito di resilienza che parte in primis da chi si spende sul campo, viene trasmesso alla comunità coinvolta e, successivamente, ad attività concluse, rincasa nei nostri cuori, più forte di prima, dandoci la forza e l’ispirazione per pensare al prossimo progetto da attuare. Perché, si sa, nella vita tutto torna».

Elisabetta D’Anna - Associazione Sikè

«Essere volontario vuol dire innanzitutto cambiare prospettiva, non sentirsi più al centro di tutto, ma essere ed esserci per gli altri. La voglia di fare servizio nasce dal forte desiderio di dare semplicemente un aiuto, un contributo, per migliorare il mondo in cui viviamo, e non rimanere ad occhi chiusi. Personalmente ho un forte spirito empatico, che tiene vivo in me il desiderio giorno per giorno. Per me volontariato vuol dire collaborazione; sono convinta che un progetto possa riuscire solo se tutti danno il loro contributo per raggiungere l’obiettivo finale. La parola chiave è armonia. Ci deve essere armonia all’interno di una famiglia e quindi anche all’interno di un’associazione; armonia che può esistere solo con una buona base di amicizia, dialogo, idee ed emozioni condivise. 

Ogni progetto, ogni azione è una foto che costruisce il volto di ognuno di noi. 

Chi fa volontariato non è remunerato, non perché non vale nulla, ma perché ha un valore inestimabile. E questo lo dico con convinzione, perché tante volte ho provato orgoglio e felicità nel vedere un progetto realizzarsi. Fare volontariato ci fa apprezzare il valore della gratuità. 

La decisione di fare servizio per gli altri nasce già nel 2018, anno in cui sono entrata a far parte della grande famiglia dei Leo Club. E quest’anno con un gruppo di amici, con i quali condivido idee, intraprendenza ed entusiasmo, abbiamo fondato una associazione de novo, SIKE, associazione di promozione sociale nata per contribuire al progresso culturale, sociale ed economico del nostro territorio, realtà che si ispira ai principi di cooperazione, orizzontalità e democrazia partecipativa».

Il volontariato come sinonimo di bene. Come desiderio di dare, donarsi e al contempo ricevere: amore, sorrisi, parole. L’animo umano ritrova la sua massima incarnazione nel volontario che decide di non fare rumore per costruire un mondo nuovo, un mondo migliore. Eppure, in punta di piedi, ognuno, nella propria realtà, cammina verso il medesimo obiettivo. 

La parte più bella delle esperienze appena lette è che, in ogni caso, il volontario nel bene riscopre se stesso, si sente migliore, quasi rinato. E si comprende da questo che, sebbene siano tante le associazioni ad aver bisogno di volontari, in realtà è sopratutto il singolo volontario ad avere bisogno di dare aiuto, per sentirsi bene con se stesso.

Il volontario, per definizione, opera per gli altri e non per sé. Nonostante ciò, quel sentimento di gratitudine percepito lo gratifica, lo fa sentire vivo, lo incoraggia ad essere umano. Nei valori dei progetti portati avanti da Lapaginabianca.docx, ho l’opportunità di fare proprio questo: essere umana, anche per altri individui che prescindono da me, ma che grazie ad una piccola donazione, contribuito o messaggio condiviso, diventano per sempre una parte integrante del mio essere, quella più bella.

Nel nostro piccolo e nelle nostre semplici azioni quotidiane, un po’ tutti abbiamo praticato del volontariato, pur non facendo fisicamente parte di un’associazione. Tuttavia, queste sono fondamentali per concretizzare quel bene che, altrimenti, andrebbe disperso nel nulla. 

Per superare l’indecisione che spesso contraddistingue chi vorrebbe approcciarsi al volontario,  quindi, come capiamo dalle esperienze a posteriori dei ragazzi che hanno partecipato all’articolo, il primo step sarebbe prendere coscienza della necessità di sfidare i propri limiti, andando oltre ciò che si è. 

A questo proposito, continua Elisabetta D’Anna: 

«In un mondo di apparente inclusività e che, al contrario, vira verso l’individualismo, dobbiamo pensare che il nostro impegno abbia un senso, che acquisisca, ogni giorno, un valore sempre più importante. Per impedire la lacerazione sociale del nostro mondo dobbiamo lavorare sempre, guardando al futuro, per ottenere un mondo di scambio, di confronto e di conforto. 

La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai. (Henry David Thoreau)». 

Se anche tu sei un* volontari* e desideri condividere i tuoi pensieri manda a @lapaginabianca.docx un messaggio, o un video di pochi secondi in cui racconti della tua esperienza. Ti condivideremo, perché se c’è una cosa che il mondo social e quello delle associazioni sociali hanno in comune è il valore e l’importanza della condivisione ?

Se, invece, desideri diventare volontari* noi, tutte le associazioni citate in questo articolo e quelle con cui collaboriamo, ti stiamo aspettando!