La Nuova Frontiera

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Nel vasto e complesso panorama editoriale romano troviamo La Nuova Frontiera, una casa editrice indipendente nata nel 1999 la quale, fin dagli inizi, si è posta come obiettivo una scelta geografico-linguistica ben definita: portare nel panorama culturale italiano le traduzioni di tre lingue (spagnolo, portoghese e catalano). 

Ad oggi, però, la ricerca editoriale, nonostante si fondi sempre sull’amore per la letteratura latinoamericana, non conosce più limiti geografici. 

A questo ambito si affianca contemporaneamente il catalogo Junior con il quale la casa editrice riesce a comunicare anche con i più piccoli.

Tra le varie collane già largamente conosciute, quali «Liberamente», «Il Basilisco», «La Frontiera Selvaggia», «Cronache di Frontiera» e «Beat», da settembre 2022 entra a far parte di questo progetto anche «Oltre», una collana Young Adult che si propone di raccontare «quel momento di grandi sconvolgimenti emotivi e zone d’ombra che è il passaggio all’età adulta», attraverso libri di alto valore letterario. Di questa collana fanno già parte due titoli: “Il centro del mondo” di Andreas Steinhöfel, vincitore del Premio Orbil 2023, e il recentissimo “Milly Vodović” di Nastasia Rugani.

Editor della casa editrice — e di questa collana nello specifico — è Marta Corsi, alla quale abbiamo posto delle domande per comprendere in cosa consista il suo lavoro e come questo venga condotto in una casa editrice medio-piccola.

 Chi è l'editor? In che cosa consiste il suo lavoro?

L'editor è una figura sfaccettata, perché il suo ruolo va dalla valutazione del manoscritto o dall'ideazione di un progetto, fino al coordinamento di tutte le fasi di produzione del libro.

In realtà sarebbe più corretto adottare una doppia dicitura, come avviene in inglese: commisioning editor, per colui che commissiona un libro a un autore italiano, acquiring editor, per chi acquista dall'estero i diritti di traduzione. 

Cercando di elencare i suoi diversi compiti, si potrebbe dire che l’editor sceglie dei titoli da proporre al direttore editoriale, segue il lavoro dell’autore o, per i libri stranieri, si occupa della revisione della traduzione, poi è colui che coordina il lavoro per la copertina, scrive i testi per la quarta, produce il materiale per la presentazione e promozione del libro.

Ovviamente, poiché l'editor lavora fianco a fianco con redattori, traduttori, grafici, autori e illustratori, il suo è anche un lavoro di squadra.

Come si diventa un editor? Quali studi vanno fatti per intraprendere questa carriera?

A mio parere e per la mia esperienza, non contano tanto gli studi specifici sul settore, quanto la formazione sul campo. Piuttosto prenderei in considerazione delle qualità o meglio delle caratteristiche che mi sembrano fondamentali in questo lavoro: prima di tutto essere ed essere stati dei grandi lettori, in secondo luogo essere curiosi, aperti al cambiamento, desiderosi di imparare dalle scelte del passato e dai competitor stranieri, e anche avere un po' di audacia nel provare nuove strade.

Quanto contano nel suo lavoro i criteri letterari e quanto gli orientamenti del mercato?

Le scelte dell'editor si trovano sempre un po' in bilico tra queste due dimensioni: da una parte l'editor non può prescindere dal mercato — ovvero cosa cercano i consumatori di libri —, dai nuovi bisogni e tendenze, persino le mode; dall'altra non può venir meno al suo progetto culturale, alla continua ricerca e autonomia intellettuale, altrimenti non avrebbe senso il suo mestiere e ci si appiattirebbe tutti su scelte dettate dal marketing.

Come cambia davvero un testo dopo l'intervento dell'editor?

Un testo può essere sempre migliorato nella trama, nello stile o nella struttura, certo non può essere stravolto dall'intervento dell'editor, altrimenti non avrebbe senso sceglierlo e investirci su. Mi piace pensare all'editor come a un occhio esterno che ha intravisto nel testo delle buone potenzialità e che lavora fianco a fianco con l'autore per migliorarlo.

Che tipo di rapporto si instaura tra l'autore e l'editor?

Tra autore ed editor si dovrebbe instaurare un rapporto di piena fiducia reciproca e, se possibile, di empatia. In fondo l’editor, scegliendo quel determinato autore o testo, ne ha apprezzato le potenzialità, per cui il suo lavoro consisterà come già detto nel farlo venire fuori al meglio, attraverso un dialogo continuo e rispettoso. 

Ritiene che ci siano differenze nel lavoro svolto dall'editor nella grande e media/piccola editoria?

La mia esperienza è relativa a una casa editrice medio-piccola, in cui il lavoro di équipe di cui parlavo in precedenza è una presenza costante nei diversi ambiti. Immagino che in una realtà editoriale più grande l'editor – anche solo per il numero di libri da pubblicare – magari avrà pure più autonomia nelle scelte, ma non riesce a seguire completamente tutto il processo di lavorazione di ogni singolo libro.

 

A seguito delle risposte ottenute, ma soprattutto dei prodotti culturali di cui beneficiamo grazie all’operato dell’intera équipe de La Nuova Frontiera, comprendiamo, almeno in parte, le dinamiche di una casa editrice indipendente, che comunica e dialoga con qualunque tipologia di lettori, partendo proprio dai più piccoli e toccando sensibilmente i temi più svariati.