L’associazione è come una pianta di cui avere cura ogni giorno; Ouroboros è linfa vitale per i suoi componenti ed Alexander Hamilton è uno dei rami che la compone
Fare la differenza creando le condizioni per farlo. È questo il presupposto su cui molte associazioni, tra cui Lapaginabianca.docx, hanno impostato il proprio percorso di esistenza. Giovani ragazzi che, uniti da passioni e interessi forti e comuni, decidono di investire in un progetto mettendo a disposizione tutto ciò che possono, ma soprattutto i loro sorrisi migliori.
Oggi vi raccontiamo una storia, quella dell’Associazione culturale Ouroboros, nata nel 2019 a Catania, che ha fatto della propria passione per l’arte teatrale uno strumento di dedizione profonda capace di rendere ancora più viva e colorata la comunità che la circonda.
Ouroboros si appresta a portare in scena il suo terzo musical, dopo il successo di City of Stars e The Greatest Show arriva: Alexander Hamilton. Un progetto che vivrà in città e per la città. Giusto ieri, 19 giugno 2023, Ouroboros ha ufficialmente comunicato la data del debutto, previsto per il prossimo aprile 2024, e aperto un profilo Instagram interamente dedicato all’evento. Per l’occasione non potevamo che cercare di scoprire di più di questo progetto culturale, che coinvolge molti ragazzi con la passione per il teatro, la musica, le parole, la danza, la storia, la cultura ma, soprattutto, con la forza di credere nei (e vivere dei) propri sogni.
Il simbolo di Ouroboros deriva da antiche civiltà e simboleggia un serpente che si morde la coda, creando un cerchio senza inizio né fine. I vostri spettacoli teatrali sono realizzati con impegno, sacrificio ma anche tanto, tanto divertimento. Affrontano un lungo percorso per venire alla luce, prima di sparire improvvisamente alla chiusura del sipario. Come vivete l’inizio e la fine di ognuno?
«Come ben detto il simbolo Ouroboros raffigura un serpente che si morde la coda, un eterno ritorno a cui dar voce perché, d’altronde, “si torna sempre dove si è stati bene”. La nostra Associazione nasce da un bisogno: quello di trovare un posto sicuro dove star bene con le persone con cui condividiamo la nostra vita e le nostre passioni. I nostri spettacoli sono la dimostrazione perfetta di questo simbolo: giovani amici che non possono far a meno di sognare e fare ciò che li rende felici.
Il percorso di inizio e fine legato alla creazione dei nostri spettacoli è animato da tanta passione, volontà, condivisione ed entusiasmo. Le nostre scelte sono basate da voleri comuni, scelte volte all’idea di crescita che ci accomuna. Solitamente l’iter di selezione di uno spettacolo è anticipato da mesi di “conversazioni” in cui poniamo sulla bilancia tutti i pro e i contro della scelta da prendere. Dopo The Greatest Show la scelta di Alexander Hamilton ci è sembrata quella più adatta alla nostra esigenza di “rompere gli schemi”; uno spettacolo che conoscono in pochi nel panorama catanese, interamente in inglese e riadattato in stile Ouroboros.
Hamilton è una grande sfida e come tutte le sfide, punta in alto. Ouroboros non si accontenta mai. L’attività di prove è un momento di condivisione e crescita. Il nostro metodo si basa sul dialogo; il montaggio delle scene viene eseguito in maniera condivisa e approvata da tutte le venticinque teste presenti alle prove.
Il finale è sempre sconvolgente: l’adrenalina, la soddisfazione di aver portato a termine una sfida sempre più grande ci permettono di porre obiettivi sempre più ambiziosi e soddisfacenti. La fine per noi è sempre un nuovo inizio».
Sui vostri profili social pubblicate tutti gli eventi che compongono il mondo Ouroboros: dalle prove della domenica a vere e proprie pillole di cultura per spiegare i vostri progetti. In particolar modo, nell’ultimo periodo vi siete focalizzati sulla storia e le curiosità connesse ad Alexander Hamilton. Da giovani che intendono parlare ad altri giovani, avete strutturato una comunicazione on e off line che intende mettere in primo piano il valore della cultura seguendo molteplici strade. In che modo lo state facendo con l’ultimo progetto che vi apprestate a portare sul palco (e non solo)?
«La comunicazione on e off line è, per noi, fondamentale. Cerchiamo di rendere partecipe il nostro pubblico di tutte le attività che ci impegnano culturalmente e socialmente, al fine di richiamare la sua attenzione. Il nostro pubblico è la nostra forza primaria. Attraverso il nostro “Team Social” riusciamo a predisporre una comunicazione a 360° che mira a comunicare tutte le attività in cui Ouroboros si impegna giornalmente.
La nostra comunicazione è divisa in settori: “crediamo sia il modo più semplice per far comprendere quante attività si svolgono all’interno della nostra realtà”. La comunicazione di A. Hamilton finora svolta è stata concentrata sul Musical di Lin-Manuel Miranda; lo switch successivo sarà fare affezionare i nostri spettatori alla versione Ouroboros di Alexander Hamilton. Il nostro obiettivo è far conoscere la storia del nostro musical prima di presentarlo a teatro. Per saperne di più basta seguire i nostri social, Instagram, Facebook e Tiktok, per rimanere aggiornato sulle ultime novità Ouroboros, oppure fare una passeggiata sul nostro sito www.associazioneouroboros.com».
Dalla scelta crescente di spettacoli che curate e organizzate internamente, si evince una costante voglia e determinazione di migliorarsi e puntare sempre più in altro. Quali sono, allora, le aspettative e le sensazioni che avete rispetto ad Alexander Hamilton? E curiosità, avete già pensato al prossimo entusiasmante step?
«Ouroboros vive con la costante predisposizione al miglioramento e alla crescita. Le persone che la compongono sono in costante sviluppo e trattano l’associazione come una “pianta” da coltivare giornalmente e di cui avere cura. Ouroboros è linfa vitale per i suoi componenti ed Alexander Hamilton è uno dei rami che compone questa pianta. Esso rappresenta il punto di inizio e, insieme, di arrivo per tutti noi.
La storia di Hamilton ci appassiona, ci entusiasma e ci fa credere di essere in grado di costruire qualcosa di grande e rivoluzionario. Siamo spinti da sensazioni positive e ambizioni che mirano allo “stravolgimento” degli schemi canonici teatrali. Le nostre attenzioni al momento sono focalizzate sulla nostra grande scommessa. Il percorso di Hamilton è ancora lungo e la nostra crescita e motivazione in continuo avanzamento. ma aspettatevi qualcosa che sconvolgerà i vostri equilibri».
Cultura, Comunità e Catania. Le tre “c” che in questo momento rappresentano la vostra mission, considerando le diverse iniziative che portate avanti. Come riuscite a trovare il punto di incontro tra questi tre elementi per il bene della vostra associazione e di tutto ciò che la circonda?
«Ouroboros è rete, Ouroboros è territorio. La nostra associazione porta con sé un messaggio quasi genetico: i giovani possano creare tanto, lo possono fare nel loro territorio e non devono abbandonarsi all’immobilismo. Non è solo un messaggio sociale, ma un credo sincero che nasce dalle nostre esperienza e mira a coinvolgere. Crediamo che non sia rilevante l’altezza degli ostacoli ma la forza della propria spinta necessaria a superarli. La nostra città, questo, lo ha riconosciuto, rispondendo “presente”.
Tra i maggiori riconoscimenti c’è quello di due figure per noi fondamentali: Padre Salvatore Gulisano e Cristian Virzì, rispettivamente parroco della Parrocchia San Luigi di Catania e direttore dell’Auditorium, che questa parrocchia ha deciso di costruirla tanti anni fa: insieme hanno creduto nel nostro progetto e ci hanno permesso di assumere — unitamente a Cristian Virzì, che è per noi pilastro — la direzione artistica di ASLG (auditorium da 360 posti). Lo abbiamo rinnovato, reso moderno e funzionale e, oggi, è la nostra casa: una casa che nasce dal comune intento di restituire arte e cultura alla nostra città: essere stati scelti per questo compito è un privilegio».
Cosa vuol dire vivere e fare parte delle attività e dell’ambiente di Ouroboros? E in che senso dall’8 al 18 settembre questo ambiente diventerà internazionale?
«Ci sono diversi gradi di immersione nel nostro mondo: ci sono i nostri fondatori che vivono di fatto per lei; ci sono i tanti amici a noi vicini che si emozionano durante il percorso insieme a noi; e poi ci sono i nostri sostenitori, che partecipano a parti del nostro mondo e ne scoprono la bellezza, riflettendo in questa una parte della propria.
Proprio poco fa dicevamo che il nostro mondo ha radici ben salde nella nostra città, ma la storia ci insegna che le radici diventano pregio e non una paralisi quando si apre lo sguardo al mondo: Ouroboros ha avuto il coraggio di credere a questo respiro e a settembre porterà qui a Catania il primo scambio giovanile Erasmus, interamente dedicato al teatro: 31 performer da 5 paesi europei diversi porteranno qui la propria cultura per condividerla. Ci sembra una sintesi perfetta tra la forza del nostro territorio e il respiro del mondo».
La vostra piccola rivoluzione, con l’arrivo imminente del vostro terzo musical e il riconoscimento da parte della comunità catanese e di sponsor che credono in voi, sta assumendo delle dimensioni sempre più grandi. Che cosa vorreste dire a quei ragazzini che non sapevano se si sarebbero svegliati o meno dal proprio sogno?
«Abbiate paura, emozionatevi, stupitevi, raccontatevi di quanto sia complesso e di quanto sia impossibile raggiungere i propri sogni, perché quando sarà il momento vi guarderete negli occhi e saprete che sono le cose impossibili a rendere la vita straordinaria».
One family, one voice. Questo il motto della vostra associazione, che rispecchia benissimo il legame che vi unisce l’uno all’altro e che si fortifica proprio in prossimità delle rappresentazioni teatrali. Come fare, allora, per prendere parte al vostro vento del cambiamento?
«La struttura Ouroboros è molto ampia. La compagnia Ouroboros ha dinamiche complesse e non esiste una vera e propria procedura di selezione. Invece Ouroboros è uno straordinario contenitore di opportunità. Chiamate, scrivete, seguiteci, veniteci a trovare in sede o nel nostro splendido auditorium ASLG. Ritrovate passione e voglia di sognare e Ouroboros non potrà che ascoltarvi».