Valentino Bompiani: "Non andartene docile in quella buona notte"

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Il mestiere dell’editore, uno dei tre libri di riflessione autobiografica di Valentino Bompiani, uscì nel 1988, molti anni dopo la cessione della sua casa editrice. 

È un percorso a ritroso, in cui il passato occupa la prima parte dell’opera, costituita da ritratti di editori che l’hanno preceduto, tra cui Sonzogno, Treves, Hoepli, Mondadori. Sono ritratti ideali, in cui scorre la nostalgia di un tempo che sentiva ormai finito: quello di una età dell’oro “artigianale”, che consentiva all’editore “protagonista” di orientare, con il suo gusto e la sua sensibilità, la scelta dei libri da pubblicare.

Durante la presentazione di due dei tre volumi (il terzo è in stampa a gennaio) a dialogare con Ginevra Bompianivi sono Beppe Cantele e Diego Zandel. La conversazione cerca di seguire quel filo rosso che ha accompagnato lo stesso Valentino in tutta la sua vita. Lui che è stato uno degli interpreti più lungimiranti del suo tempo. Capace di farsi indietro quando il filo cominciava a scomparire.  

Sono le 18:00. La concomitanza con altri eventi importanti e la fine della giornata sono alcuni degli indizi che portano la Sala Giove ad avere delle sedie vuote. Ginevra Bompiani stringe tra le mani due dei tre libri che la Ronzani Editore ha pubblicato riprendendo i testi scritti dallo stesso editore. Un editore con una forte voce narrante e capace di essere anche un brillante scrittore. I suoi moderatori sembrano agli antipodi. Da un lato Beppe Cantele (direttore della medesima casa), con i suoi tentativi di approcciare al futuro incerto dell’editoria, dall’altro Diego Zandel, attaccato ad un passato con una forte chiave nostalgica. 

Valentino Bompiani muore nel 1992. A trent’anni dalla sua morte, le sue parole sembrano l’avverarsi di una profezia. L’era degli editori protagonisti già in forte declino negli anni Settanta sarebbe poi presto scomparsa per le logiche di mercato. 

Oggi sembra quasi di trovarsi davanti le orme di questi giganti cercando di comprendere come entrare in quelle stesse scarpe. La passione è sicuramente uno dei tessuti per costruire un paio di queste. Le scelte dell’editore sono i lacci. Lo stesso Beppe — in collaborazione con i nipoti di Valentino — ha scelto come copertine di questa trilogia autobiografica i quadri dipinti dallo stesso editore. 

Quando la parola viene presa da Ginevra Bompiani si legge in lei una voce autorevole. Durante la pandemia aveva capeggiato la ribellione delle librerie che dovevano essere considerate di prima necessità nei mesi più duri di lockdown. D’altronde i libri sono una cura per la nostra anima.

«Mio padre non andò docile in quella buona notte. Non se ne andò con la malinconia, nonostante fosse un uomo malinconico. Era indocile e fino all’ultimo momento si è battuto contro l’idea della morte che lo abitava. Sognava delle persone in piedi come soldati che lo aspettavano. Erano i suoi morti, quelli che avevano vissuto con lui per tutta la sua vita. Mio padre era un uomo brillante ed elegante ma la cifra della sua vita fu la malinconia. Se parlo della morte per parlare della sua vita è perché ne faceva già parte. Mio padre aveva 10 anni quando arrivò il terremoto di Messina. Ne aveva 12 quando il fratello si piantò un coltello nel cuore. Ne aveva 17 quando arrivò la notizia del fratello maggiore morto in guerra. Non poteva andare docile in quella buona notte».