Piantando: come un piccolo gesto può rendere il pianeta migliore

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Articolo di Andrea Santini e Aurora Cino

Alla base di tutte le aziende e le nuove start up, uno dei pilastri fondamentali è il concetto di impatto. Chiunque, soprattutto nell’ultimo periodo, abbia avuto in mente un’idea imprenditoriale vuole lasciare il segno facendosi spazio nel proprio mercato. Questo discorso vale anche per i fondatori di Piantando, la cui interpretazione di impatto ha delle peculiarità singolari. Attraverso le loro attività, infatti, essi riescono a finanziare piccole realtà locali, impegnandosi in progetti per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità e, soprattutto, facendo in modo che i loro profitti possano contribuire a finanziare ulteriori iniziative a scopo benefico. 

“Il cambiamento è un germoglio da coltivare con piccoli gesti quotidiani”; questa è l’idea di Andrea Evangelista e Chiara Riente da cui, nel 2019, nasce “Piantando”. Nel concreto, questa start up italiana vende diversi prodotti —dai portachiavi, alle piantine— investendo il ricavato in progetti che apportano benefici all’ambiente e alla società. Come specificato all’interno del sito web, sono cinque le macroaree in cui si impegnano attivamente: Terra, Acqua, Clima, Biodiversità e Comunità locali; per ognuna di queste, grazie allo stesso sistema di business, si indicono delle iniziative ad hoc in collaborazione con diverse associazioni, anche già attive sul campo. Per quanto riguarda il clima, ad esempio, esiste il progetto “Plastic Pull”, attraverso il quale si organizzano diverse giornate, in numerose città italiane, dedicate alla raccolta e al riciclo dei rifiuti trovati in spiagge, parchi e zone comuni. 

Sicuramente, la peculiarità di queste iniziative è che si tratta di gesti concreti. Piantando non devolve finanziamenti in beneficenza, ma coinvolge associazioni ed esperti del settore per fare in modo che gli obiettivi prefissati possano concretamente essere raggiunti. 

I loro progetti non sono incentrati solo sull’aspetto ambientale, ma anche su quello sociale, come avviene nel caso del progetto “Il pozzo dei desideri”, che ha l’obiettivo di costruire pozzi in Malawi. Senza questi, infatti, le donne sarebbero costrette a percorrere a piedi distanze chilometriche per cercare dell’acqua potabile, oppure dovrebbero ricavarla da ruscelli, laghetti stagnanti e buche, aumentando il rischio di malattie nella comunità. Un altro esempio è il progetto “L’isola di Amantani” nel lago Titicaca, attraverso il quale sono stati creati un ambulatorio medico, un laboratorio tessile e un riparo per l’assistenza agli anziani delle comunità indigene che compongono quest’area del Perù.

Si può dire che il Sudamerica sia stato il punto di partenza di Piantando, perché la prima associazione ad aderire all’iniziativa è stata la “Fundacion Reforestemos” che si occupa di riqualificare aree distrutte da incendi e deforestazioni — date in concessione permanente dall’Università del Cile —  per piantumare alberi nativi, che presentano ottime caratteristiche per riattivare i processi, sia biologici che geologici, critici in queste aree.

La scoperta di questa fondazione ha dato la spinta per creare il “Progetto Silva” di Piantando, che nasce per preservare l’ecosistema della valle del Foro in Abruzzo.

Secondo  il Piano di Azione Locale per la regione Abruzzo “Lo studio effettuato nell’area campione del bacino del F. Foro ha evidenziato le principali problematiche, relative alla degradazione dei suoli, alla variazione e riduzione della copertura vegetale e alla gestione delle risorse idriche, e ha permesso di delineare la fase propositiva del progetto”. 

Visti gli effetti che porta l’agricoltura, la quale trasforma terreni fertili in aridi e inutilizzabili, si è sviluppata l'idea di far ruotare le aree agricole, facendo crescere in quelle appena usate erba e piante native. L’intento è ristrutturare i cicli su quei campi, così da mantenerli fertili e utilizzabili per altre culture, ma anche per ridurre il rischio di frane e ruscellamenti. La vegetazione, infatti, è un ottimo deterrente per questi disastri geologici, che potrebbero colpire i centri abitati molto vicini a questa zona.

Ed è qui che entra in gioco Piantando, che acquista terreni aridi e soggetti a desertificazione, (quindi abbandonati) con l’idea di ristrutturare l’ecosistema attraverso la piantumazione di piante native dell’Abruzzo, le quali compongono l’ecosistema naturale di questa valle. È il caso della Roverella (Quercus Pubescens), specie tipica delle colline appenniniche abruzzesi, distribuita in tutta la zona che ora comprende coltivazioni e campi da pascolo; dell’Olmo campestre (Ulmus minor) e della Robinia (Robinia pseudoacacia). 

L’intervento di piantumazione, iniziato nel 2018, sta iniziando a portare benefici al territorio, sia dal punto di vista geologico (riduzione dei processi di desertificazione e ruscellamento) che biologico, con la restaurazione progressiva della copertura vegetale della valle del foro e conseguente ripopolazione da parte di specie animali.

L’osservazione di queste specie faunistiche è stata possibile grazie a delle fototrappole, posizionate sul territorio per dare la possibilità a chi sostiene il progetto di vedere i progressi nel tempo. Inoltre, grazie ad esse è possibile fare controlli continui, i quali sono importanti per la valutazione dell’intervento e del mantenimento delle specie piantate, mediante specialisti sul territorio.

Lo sviluppo degli alberi e il ritorno di animali caratteristici della zona ha dato l’idea di sviluppare dei nidi smart a cassetta postale — muniti di una telecamera ad infrarossi alimentata da una batteria connessa ad un piccolo pannello solare —  che permettono ai donatori di osservare ogni minimo spostamento che avviene al loro interno: dall’arrivo della coppia di uccellini (verso fine autunno - inizio inverno), passando per la fase della raccolta di materiale (in primavera) fino ad arrivare alla fase di cova e schiusa (fine primavera - inizio estate).

Non appena i piccoli si muovono dal nido, questo viene tolto, pulito e posizionato su altri alberi.

In conclusione, start up di questo tipo sono fondamentali, sia per l’impatto ambientale che apportano, sia perché riescono a mostrare come anche lavorare con piccoli progetti alla volta possa apportare benefici significativi a tutto l’ecosistema in cui si muovono. Piantando oggi è una B-Corp certificata, ciò significa che i suoi profitti e le sue azioni sul territorio vengono monitorati annualmente, per visionare concretamente il contributo che essi portano all’ambiente. Ciò garantisce ulteriore qualità e trasparenza, inoltre, grazie ai codici univoci che legano ogni prodotto venduto ad un progetto specifico, al momento dell’acquisto, ogni cliente può controllare in tempo reale i progressi di ciò che ha finanziato.