Le ruote di Ezechiele

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“Mauro Triglino: astrofisico, ricercatore indipendente, ideatore del Teorema del Centro Unico e autore del recentissimo volume Le ruote di Ezechiele. Ho detto tutto correttamente, dottore?” Elda Berliner sorrise al nuovo ospite.

“Buona sera, buona sera a tutti. Affermativo, signora.”

L’uomo si era accomodato su una sedia pieghevole, rigorosamente portata da casa e posta a circa un metro e mezzo dalla conduttrice di De minimis. Triglino non compariva spesso sulla scena mediatica, ma la sua germofobia e i modi robotici lo avevano da tempo reso famigerato. Tuttavia, la camicia verde muschio, i bermuda cachi pieni zeppi di tasche, i fondi di bottiglia Oliver People e il taglio da paggetto, lo rendevano sì bizzarro, ma di un bizzarro che fa simpatia. 

“Un saluto anche al reverendo padre Guido Morghi, che è di casa nei nostri studi,” riprese Elda, “dico bene, padre?”

“Non così spesso sotto le luci della ribalta, ma, Deo concedente, sempre qui.”

Guido Morghi portava ovunque andasse una Bibbia, un consumato volume in pelle nera che custodiva in grembo e che non si stancava mai di accarezzare e titillare, quasi fosse un gatto domestico. Talvolta la apriva a caso, senza nemmeno curarsi dei passi che avrebbero dischiuso le Scritture — noncuranza che non gli impediva di trarre da quel gesto una segreta gioia.

“Verissimo, padre. Lei e i suoi Nipoti della Chiesa siete una garanzia qui tra il pubblico,” cinguettò la donna. “Che ne pensa invece il mio trio preferito? Dottor Lloyd, a lei la parola.”

“Da sempre l’umanità è alla ricerca di un equilibrio tra le sue due anime, quella scientifica e quella religiosa. Stasera scopriremo se gli ultimi sviluppi della guerra amero-azerjiana ci hanno avvicinato o allontanato da tale equilibrio,” annunciò il conscianalista in tono sibillino. D’altronde, Edmund Lloyd conosceva poco le ricerche dell’astrofisico e, soprattutto, non teneva in grande stima il corpulento padre Morghi che gli sedeva accanto. Il suo approccio settario glielo rendeva anche meno simpatico dell’eterno rivale, Kenneth Pacifico.

“E lei, professore?”

“Io,” rispose lezioso Ilario Bignardi, “prego solo di sopravvivere a questa fantomatica ricerca di equilibrio. Se il dottor Triglino ha trovato un modo per farlo, mi dico da subito trigliniano,” concluse con uno dei suoi affabili sorrisi di circostanza.

Il fobico ricercatore, ben poco abituato alle ipocrisie delle relazioni sociali — meno che mai se sotto la luce dei riflettori—, ricambiò il professore con un’espressione colma di gratitudine: era così felice di poter condividere le sue scoperte con quella platea di uomini di cultura. Se uno come Bignardi è disposto a seguirmi, pensava, la nazione non potrà che fare lo stesso.

“Cosa può dirci la neuroalchimia, invece?” Elda si rivolse al dottor Pacifico, il vate della nuova scienza dell’umano.

“Ho trovato degli spunti interessanti nell’opera di Mauro Triglino. La progressione della specie mi ha fatto tornare la voglia di approcciarmi ai classici, perfino a quei manuali di mitologia che tira fuori dal cilindro il dottor Lloyd,” guardò divertito la controparte. “Sono ansioso di scoprire quali mirabolanti tesi conterrà la sua ultima creazione,” concluse rivolto all’astrofisico.

Le facce del pubblico tradivano un’emozione indefinita. Strizzatine d’occhi, mezzi sorrisi, una serpeggiante irrequietezza che sembrava rispecchiare l’eccentricità del protagonista della serata. Forse, erano le due anime di cui parlava Edmund Lloyd — lo spirito scientifico e quello religioso —che si contendevano l’attenzione della sala. Eppure, al momento, nessuno avrebbe saputo dire quale avrebbe avuto la meglio: proprio come per le due fazioni in guerra, specie dopo gli ultimi comunicati ufficiali dal fronte ameriano.

“Non voglio sentir parlare di sanità, istruzione, relazioni internazionali o, per la carità di Dio, economia: voglio la tesi dell’alieno on the rocks, liscia,” erano state le esatte parole del terribile direttore, Fabio Lambrosini. Elda se lo figurava come al solito, davanti al maxischermo al nono piano, avido di sangue, sudore e audience.

“Torno da lei, dottor Triglino,” riprese la donna, “ci dica cos’è Le ruote di Ezechiele.”

“Per prima cosa vorrei ringraziare gli insigni colleghi qui presenti,” cominciò l’ospite. “Come ciascuno di loro saprà bene, non è facile parlare quando si è portatori di un messaggio rivoluzionario. L’ho scoperto a mie spese in ambito accademico, per via del teorema che ho nominato del Centro Unico — noto ai più come TCU. Sono stato ridicolizzato, insultato, emarginato e infine cacciato. Tutto per un’idea,” l’uomo fece una pausa. Dietro le spesse lenti della sua montatura c’erano due occhi tristi, ancora gravati da una vergogna bruciante. “Ma quando tutti ormai mi consideravano un paria, ho capito una cosa: se un’idea mi ha gettato nella polvere, un’altra idea mi potrà risollevare. Così mi sono fatto forza, ho portato il mio teorema a un livello superiore, dalle infinite distese siderali, all’infinito nel genoma umano. E per questo sono grato al mentore del qui presente professor Bignardi. Mi riferisco ad Achille Birzotti e alla sua teoria involuzionistica della specie. Le sue idee sono state di grande ispirazione in uno dei momenti più bui della mia intera vita. Senza il suo esempio, non sarei pervenuto alle mie tesi astro-biologiche così come le conosciamo oggi. La progressione della specie — che il dottor Pacifico citava poc’anzi — è stato un successo editoriale, è vero, ma non in ambito scientifico, come mi aspettavo. È stato il popolo, la gente comune, a riconoscerne il potenziale, cosa che è motivo di grande orgoglio per me. Perché solo le grandi idee sono quelle che arrivano al cuore delle masse, le idee capaci di cambiare il mondo. E tutti sappiamo quanto ci serva un cambiamento oggi, dico bene?” Passò lo sguardo sui colleghi della tavola rotonda e poi lo fissò sul pubblico. Rimase in silenzio, come inebriato da quelle sue stesse parole di riscatto, riconoscimento, trionfo. Il mio lascito ai Creatori, pensava, Guarderanno alla mia opera e saranno fieri dei loro figli.

Il mormorio del pubblico e le espressioni incerte dei relatori costrinsero Elda a intervenire, “Dottor Triglino, è molto interessante quanto ci ha raccontato. Vuole andare avanti?”

“Affermativo, solo altri trenta secondi e ci sono.”

“Come prego? Vuole un intervallo, posso farle portare dell’acqua?” Domandò la conduttrice con simulata naturalezza. Si aspettava delle stramberie da un soggetto del genere, ma ora non riusciva a capire quale fosse il problema.

“In alcun modo, ho quasi fatto. Ma grazie del pensiero.”

“Posso sapere che sta aspettando?” Chiese Kenneth Pacifico.

“Affascinante, davvero affascinante,” commentò il dottor Lloyd con l’aria di chi la sapeva lunga.

“Lei ha capito che sta succedendo?” Gli domandò stupito Bignardi. 

Padre Guido Morghi, invece, chiuse gli occhi e spalancò la Bibbia. Solo lì avrebbe trovato la risposta all’oscura condotta di quello che considerava uno pseudo-scienziato e un eretico idolatra, profeta di un falso dio.

“Credo,” disse piano Edmund Lloyd, “che l’Io-Lui del dottore stia attraversando quello che in gergo conscianalitico chiamiamo contrappeso.”

“Perché non contrappasso,” lo sfotté Pacifico, “giusto, reverendo padre?”

“Gradirei non immischiarmi in questioni che sono chiaramente fuori dalla grazia del Signore,” rispose quello senza degnarlo di uno sguardo.

“Io sarei pronto a riprendere,” disse Mauro Triglino come se nulla fosse. La bizzarria del suo comportamento aveva stimolato nel pubblico circa un centinaio di conversazioni, tutte incredibilmente simili a quella dei membri della tavola rotonda. Eppure lo strampalato astrofisico non se ne curava: era tempo di condividere la sua tanto incensata idea rivoluzionaria.

“Per carità, proceda dottore,” sorrise affabile Elda, “non ci faccia stare ancora sulle spine.”

“Non era mia intenzione far preoccupare nessuno, è che dopo un certo numero di parole devo fermarmi. Per me non è semplice sapere di aver detto proprio tutto ciò che avevo intenzione di dire,” replicò l’ospite imbarazzato.

“Che avevo detto?” Edmund Lloyd diede una pacca al professor Bignardi. “Contrappeso, come volevasi dimostrare.”

“Non ho idea di cosa significhi, mi lasci in pace,” sbraitò quello.

Mentre il dottor Triglino stava per procedere con la conferenza, tre figure incappucciate iniziarono quella che aveva tutta l’aria di essere una processione. Elda si accorse che li avevano lasciati entrare dalle porte principali, l’ingresso del pubblico situato proprio all’estremo opposto del palco. Se la sicurezza non ha fatto storie deve trattarsi di un’idea del capoccione, realizzò la donna, Ma chi sarà ‘sta gente?

I tre misteriosi individui erano coperti dalla testa ai piedi, ma l’altezza e la struttura muscolare tradivano corporature maschili. Indossavano una tunica non molto dissimile da quella delle suore di clausura, con tanto di velo a oscurare il viso. La loro avanzata appariva lenta e inesorabile, e attirava, man mano che si avvicinavano al palco, un crescente numero di sguardi della platea —nonché l’occhio della videocamera numero tre, per la gioia dei telespettatori.

“Non ho alcuna pretesa di spacciare le mie scoperte per verità,” la dissertazione di Triglino proseguiva. “Non come verità umana, sarebbe meglio dire. Perché i segni che compaiono all’orizzonte sono una manifestazione divina. Non canonica, ma senza alcun dubbio divina.”

Elda distolse gli occhi dai tre incappucciati, che nel frattempo erano arrivati più o meno al centro della sala, “Ci aiuti a capire, dottore. Una manifestazione divina non canonica: di che si tratta?”

 “I testi sacri di ogni confessione — il reverendo padre qui potrà confermarlo — parlano della venuta di un messia. Per alcuni si tratta di una figura divina o semidivina, qualcuno che è già passato su questa terra e che un giorno ritornerà, o che magari deve ancora venire.”

“Tutto dipende se ha gradito il suo precedente soggiorno,” il dottor Lloyd diede un altro colpetto a Bignardi, “e non credo proprio visto il servizio scadente che gli è stato offerto.”

Qualcuno in prima fila rise. Padre Morghi si fece il segno della croce. Il professore invece sbottò, “Ma che le prende oggi? La smetta di tormentarmi con le sue manacce, blasfemo di un blasfemo.”

Mauro Triglino non fece caso a nulla. Tirò dritto, trainato irresistibilmente dal proprio discorso, “Nel mio lavoro decennale di traduzione, ho provato a restituire un senso nuovo alle Sacre Scritture. Mi sono ispirato agli studi di religione comparata, un approccio analogo a quello utilizzato per l’anatomia ai tempi di Darwin. Ma non mi sono limitato ad analizzare il sentimento religioso. Ho usato il mio Teorema del Centro Unico per venire a capo della questione. In particolare, mi sono servito del Postulato delle Infinite Sonde.”

“Dottore, dottore,” lo interruppe Elda preoccupata, “io ho letto e apprezzato moltissimo le sue ricerche, soprattutto il postulato — il postulato è fondamentale. Ma forse per chi ci segue la materia è un po’ ostica. Potrebbe parlarci dell’impatto delle sue scoperte sulla vita quotidiana? Insomma, cosa devono sapere del suo nuovo libro i nostri telespettatori?”

I tre monaci erano sempre più vicini. Ormai il pubblico in sala non aveva occhi che per loro, ma lo strampalato astro-bio-teologo non sembrava farvi caso, “Capisco, che si tratta di una materia complessa. D’altro canto, è tutta la vita che mi occupo di decifrare il senso di queste opere. E non mi sono mai aspettato alcun riconoscimento in cambio, umanamente parlando. Ma ora che le ruote sono sempre più vicine, sarà la storia a riconoscermi. La storia e i Creatori.”

“Momento, momento,” saltò sulla sedia Edmund Lloyd, “questo è molto buono: stiamo per essere messi a parte della doppia-realtà dell’alieno,” dichiarò trionfante. “Non ho mai letto una singola parola di ciò che scrive questo Triglino, eppure mi è bastato ascoltarlo dieci minuti per capire ogni cosa. La sua paura della contaminazione, le capacità relazionali prossime allo zero, l’estrema rigidità di pensiero e linguaggio e la preponderanza del contrappeso come protezione dell’Io-Lui: tutto parla di una doppia-realtà a sfondo mistico-religioso e dal contenuto bizzarro. Le ruote di Ezechiele sono dischi volanti, come ho fatto a non pensarci prima?”

E in effetti, il dottor Mauro Triglino, astrofisico e ricercatore indipendente, stava comunicando proprio questa incredibile verità a tutti coloro che erano sintonizzati su De minimis — ormai irretiti dalle illazioni fanatiche dell’ospite e dall’incombere delle tre losche figure.

“È dalla Costellazione del Dragone che i nostri guardiani stanno tornando a sistemare ogni cosa. Il conflitto che imperversa lontano, tra lo Stato Libero d’Ameria e l’Azerjian della FQRR, è in realtà una guerra sacra che riguarda ciascuno di noi. Ne va della salvezza dell’Anima Mundi. E l’unico che sembra averlo riconosciuto è nientemeno che Pjotr Ketur, la guida politica del popolo ameriano. Colui che si fa chiamare Anarca.”

Ma nessuno ascoltava più il povero Triglino. I pochi che ancora gli prestavano attenzione riuscivano a stento a trattenere le risate per quel gran miscuglio a base di geopolitica, religione e ufologia.

“Permettetemi di citare direttamente le Scritture,” annunciò Triglino, “Ezechiele 1:4,” ma non lo fecero finire.

Con uno scatto felino, l’imponente reverendo padre Guido Morghi balzò dalla poltrona e portò al cielo la Bibbia, “Via, portate via l’eresiarca!”

I tre venuti dal fondo della sala si caricarono in spalla il pover’uomo e lo trascinarono fuori urlante e scalciante. Una caterva di applausi piovve sull’uscita di scena di Mauro Triglino, ormai caduto prigioniero dei Nipoti della Chiesa.