Tra gli interventi più particolari e interessanti a cui assistere durante la XXXV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, per certo spicca l’intervista del giornalista Mario Calabresi fatta all’attore e comico Luca Bizzarri, con tanto di traduzione in lingua dei segni in diretta.
Intanto, Bizzarri parte subito con la richiesta di essere contestato, strappando la prima risata al pubblico. A detta di Calabresi, lui è un esperto nel farsi contestare, anche se, secondo il comico, quasi nessuno lo prende in considerazione, poiché poco influente.
Il giornalista però ribatte tirando fuori il nome di Maurizio Gasparri, che sembra aver preso gusto nel dare contro a Bizzarri, il quale apre una parentesi riguardo i no vax, accanitisi anch’essi contro il comico, che definisce il periodo della pandemia e della quarantena ‘meraviglioso’, visto che lo stare da soli equivale a non avere rotture.
Calabresi decide di riprendere la figura di Gasparri e Bizzarri spiega la vicenda dei marò: tempo fa lui e il collega Paolo Kessisoglu fecero una canzone su come tutti i politici parlassero di loro, ma senza fare nulla per aiutarli; i comici postarono anche una foto vestiti da marò. Il gesto da parte del politico venne interpretato come una presa in giro dei due verso i militari, quando in realtà questi non erano altro che i protagonisti dello sketch e la satira era proprio riguardo la politica.
Da ciò Bizzarri capì che quando una cosa diventa virale, che sia vera o meno, non interessa più a nessuno; dopo che tutti ebbero visto il video in cui si capiva che non venivano presi in giro i marò, infatti, rimase comunque l’idea che i due comici avessero deriso i due militari. Gasparri diede loro degli “scemi”, e Bizzarri rispose con un: «Sta parlando di una cosa che non sa, ma tanto le capita abbastanza spesso». Chiaramente il pubblico non ha resistito ed è scoppiato a ridere.
Non hanno un amico è il nome del podcast di cui Bizzarri è protagonista e prende il nome dal tema fondamentale della nostra società, come dice Calabresi, cioè “non avere qualcuno che abbia il coraggio di contestare un pensiero o un’azione”.
Bizzarri afferma che questo problema deriva dall’avere una visione adolescenziale dell’amicizia, che porta a credere che gli amici siano quelli con cui ci si diverte e basta; in realtà gli amici veri sono coloro che sanno anche darci contro e non stanno costantemente dalla nostra parte, similmente ai genitori.
Non c’è più l’abitudine del “no” come risposta, quindi si è senza qualcuno che ci imponga di tornare sui nostri passi. Bizzarri prende come esempio qualcosa di molto vicino al Salone, all’interno del quale interviene: le persone che portano il cane; perché in effetti portare un animale all’interno della fiera?
Il comico spiega che il suo interesse per il podcast come strumento d’informazione nasce dalla necessità di trovare nuove idee ogni giorno; idee che lo obblighino a stare davanti al computer. A proposito di informazione, inoltre, apre una parentesi riguardo il problema della comunicazione da parte dei politici. Bizzarri parla dell’esperienza diretta con Calenda, al quale consigliò tempo fa di non aprire discussioni con gli utenti e di non sfottere gli altri politici; in tutta risposta, il politico gli tolse l’amicizia sui social. Tra parentesi, Calenda divenne una delle star del podcast.
Secondo Bizzarri bisogna porre un limite tra la satira e la politica. Le figure di governo hanno preso i social come un luogo in cui si diventa amici di tutti, quando dovrebbero essere un mezzo per ampliare il proprio messaggio politico. Il comico prende un altro esempio, parlando del sindaco di Bologna, il quale si è fatto fare una foto di sé nel suo ufficio in comune, con in primo piano le scarpe infangate, come per dare l’idea di essere impegnato nella sistemazione delle zone alluvionate. In un momento così drammatico, una foto che sa più di concorso fotografico è fuori luogo.
Si avverte, da parte dei politici, un senso di vanità, che però potrebbe tornare indietro come un colpo di frusta. In certi casi è meglio non apparire. Bizzarri espande il discorso a tutti i politici e non solo, asserendo che oggi giorno sembra non esserci più alcuna differenza tra giovani e adulti. Bizzarri racconta così dei suoi amici, che hanno un rapporto morboso con i propri figli e vivono i loro stessi drammi, come l’ansia per le interrogazioni e i problemi coi compiti a casa, ad esempio. E, in effetti, esistono strumenti (come il registro elettronico) che non fanno altro che potenziare questo legame non proprio sano.
Anche WhatsApp è uno di quegli strumenti che hanno generato un excursus di situazioni da cui ormai si dipende e dal quale è impossibile sganciarsi. Un episodio che ha del surreale è quello di una chat di gruppo di cui parla il comico. Questa nasce per una problematica: in una località nei pressi di Genova esiste un condominio che può essere raggiunto soltanto passando per una strada stretta, in salita o in discesa, senza la possibilità del doppio senso di marcia. Uno dei condomini ha avuto l’idea di creare questo gruppo per far sì che quando uno sale o scende possa segnalarlo. Capita chiaramente che qualcuno si dimentichi di scrivere, dando il via a litigate vere e proprie.
Calabresi chiede a Bizzarri riguardo la sua giornata tipo: il comico risponde che semplicemente, appena alzato, si mette davanti al computer e cerca di tirar fuori una nuova puntata. Subito Bizzarri tira fuori un episodio che ha fatto discutere molto recentemente e di cui lui stesso ha trattato, ovvero quello riguardante la protesta contro il ministro Roccella. Il comico interpreta l’accaduto come un battibecco tra due posizioni differenti, che però non porta da nessuna parte, un po’ stile ‘Sandra e Raimondo’. Tutto sembra rumore di fondo che addormenta invece di svegliare. Non si giunge a nulla di concreto. Ognuno ha le proprie convinzioni e nessuno fa un passo per smuovere la situazione.
Calabresi chiede al comico riguardo le vacanze passate con Grillo e Crozza. Un’esperienza divertente, che fornisce a Bizzarri l’opportunità di affermare che tutti gli attori e comici sono “degli scemi”. Il grande problema è quando a far i comici sono proprio i politici, che non possono pretendere di essere Fiorello e Mattarella allo stesso tempo. Non ci può essere una continua familiarizzazione col popolo, il politico dovrebbe elevarsi per il ruolo a cui tende, dovrebbe essere migliore. Bizzarri delizia poi il pubblico con un pezzo in cui immagina il ‘vero’ amico di Berlusconi fargli un discorso coi fiocchi, mettendo in risalto le dinamiche che rappresentano la figura del presidente di Forza Italia.
Tornando seri, il comico si appresta infine a concludere l’incontro, aggiungendo che il problema della politica è un elettorato che vuole questo tipo di personaggi, e mette in guardia su ciò che dovrebbe essere rivisto, come le scuole, l’educazione e il pensiero.
Tutto questo teatrino in cui si rimane ognuno nelle proprie posizioni potrà finire soltanto quando ci si assumerà le proprie responsabilità; dunque, comprendendo che bisogna riuscire a creare un punto d’incontro con chi la pensa diversamente da noi, evitando di rimanere ottusamente fermi nei nostri dogmi. È difficile ma essenziale per la rottura di una stasi che ci sta pietrificando.
Bizzarri conclude il suo lungo intervento col suono degli applausi che, data la lezione importante appena impartita, riecheggiano in sala assolutamente meritati.